Dal 4 al 18 marzo si è tenuta alla Galleria Siotto di Cagliari la mostra personale di Daniele Gregorini che ha visto l’esposizione di una serie di 10 opere realizzata durante la prima quarantena del mese di marzo del 2020. L’artista ha dipinto con vernice acrilica su pagine selezionate dal libro “Le Corbusier” del 1966 […]
Dal 4 al 18 marzo si è tenuta alla Galleria Siotto di Cagliari la mostra personale di Daniele Gregorini che ha visto l’esposizione di una serie di 10 opere realizzata durante la prima quarantena del mese di marzo del 2020. L’artista ha dipinto con vernice acrilica su pagine selezionate dal libro “Le Corbusier” del 1966 appartenente alla collana “I diamanti dell’arte” di Sadea/Sansoni Editori.
Per l’occasione sono state realizzate 5 edizioni limitate di stampe in risograph relative ad altrettante opere in mostra.
Testo critico:
Da cosa nasce cosa.
In differita di decenni l’eco di un mondo passato arriva nel mezzo di una pandemia e apre varchi.
Dalle immagini saturate di un libro stampato nel 1966, dedicato interamente all’opera di Le Corbusier, nascono nuove concrezioni materiche, escrescenze dense da individuare, che appartengono a un presente vivo e contemporaneo.
Escono dalle architetture, o si legano ad esse, volumi irregolari e pieni che sfidano la razionalità di leggi fisiche e gravitazionali per librarsi nell’aria e muoversi in essa. Possiamo immaginare, presumendo erroneamente di riuscire a prevedere, quello che succederà tra quei corpi semi fluttuanti in un futuro prossimo, quasi nell’immediato.
Il tempo pare sospeso, oppure il tempo non esiste.
Si intravedono gli indizi di una metafora non esplicita.
Dal muro decadente alla carta stampata.
Daniele Gregorini riporta su carta la sua ricerca di pittura parietale sul costruito, specialmente storico e in stato di rudere, connotata da un uso sapiente del colore e delle forme che dialogano (col) e si immergono nel contesto in cui interviene. La delicatezza e l’attenzione tipiche dei suoi interventi sono ora trasposte sulle pagine staccate da un libro a colori, sulle cui immagini architettoniche si sparpagliano volumi e corpi passanti/sospesi/cadenti/ascendenti da individuare con occhio attento e osservatore.
di Paola Corrias
Testo critico:
“Non è che noi abitiamo perché abbiamo costruito, ma costruiamo e abbiamo costruito perché abitiamo… nell’abitare risiede l’essere dell’uomo”.
M.Heidegger
La serie In Case con Le Corbusier è un gioco di quotidianità, è un’annotazione visiva durante la lettura, è un re-immaginare la vita domestica. La pervasività pittorica di Daniele Gregorini plasma delicatamente le fotografie di un libro su Le Corbusier. Nelle architetture di cemento così vuote d’esistenza compaiono presenze indistinte, quasi ancestrali, animiste. Che cosa vuol dire abitare un luogo? Le nostre città rispecchiano la nostra vita? Le architetture che viviamo quotidianamente ci consentono di creare significati diversi da quelli programmati? La casa deve essere una machine à habiter?
Dalla vita urbana alla vita domestica, il processo creativo di Gregorini si adatta all’attuale modalità abitativa e reinterpreta il messaggio lecorbuseriano presente nella monografia. La casa e gli spazi collettivi dell’architetto svizzero diventano materia di studio e di ammirazione, ispirazione per stimolanti inserti visivi.
Qui, tra le riproduzioni di questi edifici, baluardi della modernità, Daniele dipinge i suoi scomposti, elementi disgregati da una forma originale, che assumono una valenza simbolica di esistenza e di interazione spaziale. Partecipano anch’essi dei giochi di luce, dei vibranti ritmi architetturali e delle prospettive fotografiche innescando un rapporto visivo che di volta in volta si fa avvolgente, ironico o poetico.
Le modulazioni così razionali e ritmiche delle architetture ora sembrano paesaggi riempiti di simboliche forme sospese, tra il delicato dialogo con le strutture e la potenza della loro sola presenza. Innesti organici di sbalorditiva essenza, segno di una sensibilità ai luoghi tutta contemporanea.
È una rivoluzione immaginaria appuntata visualmente tra le pagine del libro, un ripensare la lezione del maestro che ha così tanto cambiato la forma dell’abitare. Tra i paesaggi di Daniele percepiamo dinamiche universali che ora si manifestano nella riformulazione dello spazio abitativo, creando diaframmi di interrelazione tra interno ed esterno, tra artificio e natura, tra razionalismo e simbolismo. In case con Le Corbusier è una visione che risveglia una domanda epocale, è una risposta aperta su molteplici scorci. Che cosa significa coesistere?
di Stefano Caria